Il passaggio tra ottobre e novembre segnava un momento preciso nella cultura contadina. E' il tempo della fine del raccolto e l’inizio dell’inverno. Era un momento in cui si ringraziava la terra per i frutti donati, si contava il raccolto e si faceva un pensiero sul ciclo della vita e della morte.
Si festeggiava e si ricordavano i morti in vari modi c'era chi lasciava piccole offerte nei campi, chi aggiungeva un piatto a tavola...  
 
In queste notti ritenute di confine tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti si credeva che le anime dei defunti tornassero a casa.
Da qui la tradizione di accendere lanterne e fuochi per illuminare la strada di casa. L'intaglio delle zucche-lanterna non è tradizione solo americana, con ogni probabilità l'America l'ha importata dalla vecchia Europa.
Se andiamo ancora più indietro nel tempo ci accorgiamo che anche nei miti greci il passaggio delle stagioni si intrecciava con il passaggio tra vita e morti.
Persefone è rapita da Ade il dio custode dei morti che regna nel mondo degli inferi sotto terra. La bella rapita vive alcuni mesi nel regno degli inferi e altri mesi sulla terra.
Quando torna nel nostro mondo, torna con la primavera, quando le piante e i fiori coprono la terra, rimane in estate quando al natura sfavilla con frutti e piante sempre più rigogliose e prima di addormentarsi, per tornare nel regno nell'oscurità e della pace, ci dona il frutto più dolce: l'uva. Da cui si crea il nettare degli Dei: il vino.
Anche queste feste, apparentemente legate solo alla religione, si celano tradizioni ben più antiche che ci riportano alla terra e ai miti antichi.
Mentre prepariamo lumi e lanterne in questo nuovo ciclo di rinnovamento scelgo anche al vino più adatto per salutare la fine di ottobre e l'inizio di novembre.
In alto i bicchieri e buon ognissanti a tutti!
Giuseppe Branca
 
