Oggi fa sorridere e certamente fa anche arricciare il naso, ma un tempo c'era la tradizione di bere il vino in scodella. E sì, avete letto bene, in scodella! In quella scodella dove di solito beviamo caffè e latte al mattino. Quella di ceramica dai bordi un po' spessi e che si afferra con due mani perché è senza manico.
Come potete immaginare la tradizione è contadina ed ha origine da questioni di ordine pratico, insomma per intenderci la scodella non esalta le caratteristiche del vino.
E' una tradizione dettata dal buon senso. La scodella sta ben pianta sul tavolo (difficile che cada macchiando la tovaglia) e un tempo solo i Signori potevano permettersi il calice di vetro. Ai contadini e alla persone più semplici rimaneva la scodella da usare per colazione e per il vino.
Ma questa tradizione ha anche risvolti interessanti.
La scodella è semplice e crea subito convivialità di chi si trova in osteria per mangiare altre cose semplici come pane e salame. E poi bere una scodella di vino crea subito un senso di amicizia.
Un tempo la pratica favoriva anche l'immersione di pane, o di biscotti rustici, ma non ci si immergeva solo cibo, il bevitore assiduo era riconoscibile per il pollice nero... Per misurare la quantità di prodotto c'era chi immergeva anche il pollice!
In Emilia del sud, tra Piacenza e i colli Piacentini il vino si beve ancora così in alcune osterie. Ma la tradizione si estendeva anche in Lombardia e in Piemonte... Una pratica sopratutto del nord Italia, ma a dire il vero non ci giurerei.
Se volete provare l'ebrezza di bere il vino in scodella vi consiglio un Barbera o Gotturnio meglio se sfusi. Per una questione di aroma e profumo? No, solo per rispettare la tradizione.
Allora in alto le scodelle e buon vino a tutti.
Giuseppe Branca