Quand’è stata l’ultima volta che hai bevuto un Vermouth?

 



“Quand’è stata l’ultima volta che hai bevuto un Vermouth? Io lo chiedo tanto per spiegarmi, perché pochi sono consapevoli di bere Vermouth. E’ una delle bevande più usata per preparare cocktail, c’è nel Negroni, ad esempio. Tanti per cui lo bevono senza saperlo, invece liscio, almeno tra i più giovani, lo chiedono in pochi anche se...” A raccontare è il professor Fulvio Piccinino uno dei maggiori esperti del Vermouth in Europa, oggi, in questo nuovo post, cedo la parola, o meglio rivolgo qualche domanda al professore, per farci raccontare un po’ di storia di questo raffinato prodotto.


Prof partiamo da principio: cos’è il Vermouth? 


Secondo il dispensario è un vino aromatizzato alle erbe. Ad un vino, più frequentemente bianco, oltre al saccarosio, si aggiungono erbe, che possono variare in composizione e quantità. C’è un erba che non deve mai mancare l’artemisia che può essere di tre tipi differenti: romano, gentile o pontica. Si tratta di un vino antico, che già i romani bevevano. Si è poi diffuso in molti parti d'Europa. Inizialmente era consumato come “bevanda curativa” e infatti la troviamo nei dispensari farmaceutici ed era raccomandata per alleviare mal di testa, mal di pancia…   


Il Vermouth è nato a Torino?


Quello di Torino che è stato riconosciuto nel 2017 come IGP ed è un Vermouth speciale. La sua storia è legata all’erborista e distillatore Antonio Benedetto Carpano che per primo lo brevettò alla fine del ‘700. 


Così divenne un aperitivo locale?


Una bevanda che fin da subito conobbe un buon successo di pubblico. Nell’ottocento, quando artisti e intellettuali passavano da Torino per compiere il viaggio di studio per l’Italia, il Grand Tour, gli stranieri di passaggio in città si stupivano di trovare anche le Signore al bar che bevevano Vermouth. Un’usanza particolare, perché le donne, o meglio, le signore, a quei tempi non frequentavano bar e non bevevano alcolici in pubblico. Le madamine lo sorseggiavano in piccoli bicchieri rimanendo fedeli alla buona etichetta.  


Vermouth: vino di Nobili…


Il Vermouth ha una strana storia, perché è nato come vino popolare e poi si è trasformato in una bevanda raffinata consumata appunto dai reali, ma anche dai più raffinati cuochi, da artisti, intellettuali… 


Oggi sta tornando di moda anche tra i più giovani?


Sta avendo un ritorno e in grande stile: al salone del gusto di Torino, ad esempio, ne hanno presentati parecchi. Si è creato un consorzio nel 2017, si è aperto un Museo Carpano, e, sì, in generale sta tornando alla ribalta. Ma come spiegavo all’inzio della nostra conversazione non ci ha mai lasciati, perché è davvero presente in moltissimi cocktail, Negroni, Manhattan…


Cos’altro ci racconta?


Potrei andare avanti ore a raccontare del Vermouth perché è un prodotto con una storia importante a cui si legano bellissimi aneddoti. Una bevanda che mi appassiona da molto tempo e a cui ho dedicato un libro, un libro “leggero” di poche pagine che fa “assaggiare” quello che è più opportuno conoscere direttamente con il palato.



Il libro del prof Piccinino lo trovate qui. 

Tra i Vermouth che potete trovare in Vinicola c’è il prestigioso e artigianale Vermouth Ducale